Savona. Dalle famiglie alle nuove povertà, dai giovani ai migranti, dall’emergenza ecologica al dialogo ecumenico e interreligioso, dalle comunicazioni sociali alla cultura: spaziano sui temi forti della pastorale le nuove otto commissioni di studio che ha “varato” la sesta sessione del Sinodo Diocesano nel corso dei lavori svoltisi il 23 e 24 settembre al Seminario Vescovile. All’assemblea ha partecipato in media una settantina di persone, che la sera di venerdì hanno ascoltato una stimolante relazione di don Gianluca Zurra, assistente nazionale dei giovani di Azione Cattolica.
Il giorno seguente hanno partecipato alla messa e ricevuto la Lettera Pastorale “A metà del cammino” del vescovo Calogero Marino e si sono iscritti alle nuove commissioni. Quattro di esse hanno già nominato i presidenti: don Mario Florentino, Annamaria Bertino, Domenico Mafera e Marta Vitali. Le altre lo faranno in occasione della loro prima riunione. I lavori delle commissioni, come per quelle dello scorso anno, prevedono tre momenti: la scelta di un brano biblico di riferimento, l’analisi delle prospettive pastorali, le indicazioni normative che saranno condivise nel corso delle sessioni di novembre, gennaio e marzo.
La prima commissione, “Liturgia e santi segni”, si occuperà dei sacramenti, con una particolare attenzione alla Riconciliazione. La seconda, “Il sacramento della casa”, si confronterà sulle famiglie e sulle varie espressioni di affettività, mentre “I poveri, primi vicari di Cristo” sarà il filo conduttore della terza, chiamata a leggere le varie forme di povertà presenti oggi. La quarta dedicherà attenzione a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, ossia, ha spiegato monsignor Marino, alle “metamorfosi del credere nell’attuale società”.
“Chiesa delle genti e dialogo ecumenico e interreligioso” è il titolo della quinta, che evidenzia il legame tra il fenomeno delle migrazioni e il dialogo fra diverse confessioni religiose. La sesta commissione prenderà spunto dalle “sfide della ‘Laudato si'”, l’enciclica di papa Francesco sulle urgenze della questione ambientale e dell’ecologia integrale. La settima lavorerà sulla “Comunicazione, senso della vita cristiana”, con una particolare attenzione ai mass media e ai social. Infine l’ottava si dedicherà alla “via della bellezza e del dialogo culturale“: l’arte, la musica, il cinema e tutte le manifestazione del Bello come via di evangelizzazione.
Ad introdurre i lavori è stata la relazione di don Zurra, molto apprezzata dai presenti, il quale ha aiutato a riflettere sulla corretta postura della Chiesa nella storia: “Non può più concepirsi come un’entità statica che sta davanti al mondo ma deve imparare a mollare la presa, a non giocare in difesa – ha detto – È la missione che fa esistere la Chiesa, non la Chiesa che va in missione”. Altra condizione è prendere sul serio l’umanità, come faceva Gesù: “Il suo linguaggio è quello della strada, di chi ascolta e accompagna, assecondando il ritmo dell’altro. Dio non è mai un Dio senza di noi”.
Pungente la sua osservazione sul disagio che vive oggi la Chiesa: “Sta accorgendosi di non essere più la sola e non coincidere più con la società. La tentazione illusoria è possedere ciò che abbiamo ereditato ma in realtà il contenuto trasmesso ad ogni generazione è da riprendere in modo nuovo. Solo così la tradizione può affrancare e non schiacciare”. Secondo don Zurra in una società aperta, in cui non esistono più privilegi intoccabili, “la Chiesa deve passare dall’essere ‘di soci’ all’essere ‘di prossimi’, aprendosi a chiunque, senza paura di ferirsi. Deve elaborare il lutto di non essere più ‘società cristiana’ e smettere di sentirsi figlia unica”.
In conclusione il relatore ha proposto cinque temi da approfondire: la riscoperta della fede nella sua qualità umana fondamentale, il corpo e l’affettività, il ripensamento dell’autorità, i linguaggi della pluralità e la rinnovata centralità delle esperienze di gratuità come la festa, il gioco e il sonno. Tematiche non lontane da quelle proposte dal vescovo nella sua lettera pastorale, illustrata da lui stesso ai presenti: il ripensamento della Chiesa sul territorio, l’apertura a nuovi modi di vivere la ministerialità (in particolare lettori, accoliti e catechisti), l’utilizzo di linguaggi nuovi e adeguati ai tempi odierni e l’ascolto delle fragilità, da non nascondere bensì da mettere al centro.
Durante i lavori assembleari la Segreteria sinodale ha aggiornato sulla organizzazione della mostra “Ritratti di fede”, nata come evento collaterale al Sinodo per presentare, tramite pannelli e opere d’arte, figure di cristiani che hanno saputo incarnare in modo luminoso la fede nella loro quotidianità (quasi cinquanta le persone segnalate alla Segreteria). Inoltre monsignor Marino ha lanciato la proposta di un pellegrinaggio in Terra Santa, riservato ai membri del Sinodo e da tenersi nell’agosto 2023, quasi a conclusione dei lavori.