Varazze. A causa del maltempo e dell’allerta meteo emanata dall’ARPAL la presentazione del libro “Chiusi dentro – I campi di confinamento nell’Europa del XXI secolo”, in programma oggi pomeriggio, sabato 26 ottobre, alle ore 18 nella chiesa del Convento San Giacomo di Latronorio dei Frati Minori è stata rinviata a data da destinarsi. “Non appena il relatore ci comunicherà la data del nuovo appuntamento lo comunicheremo”, dicono i frati. Uno degli autori del volume è Luca Rondi, membro della rete RiVolti ai Balcani, che si propone di difendere i diritti di chi percorre la cosiddetta rotta balcanica cercando di raggiungere l’Europa.
“Chiusi dentro” è l’analisi critica più aggiornata delle politiche di respingimento dei migranti a livello internazionale: dall’esternalizzazione delle frontiere alla creazione di veri e propri campi di confinamento dentro e fuori l’Unione Europea, Italia inclusa. C’è un filo rosso che unisce i lager libici, i campi di transito bosniaci, i centri di detenzione lituani o greci e i centri di permanenza per il rimpatrio italiani: il trattenimento e la segregazione di migliaia di persone in movimento, spogliate della propria dignità e dei propri diritti.
Il libro si propone di rispondere a domande cruciali mediante un’indagine approfondita delle politiche europee sull’asilo e sull’immigrazione e descrive a più voci i casi di Bosnia Erzegovina, Grecia, Lettonia, Lituania, Macedonia del Nord, Libia, Polonia, Serbia, Turchia e Italia. Esplora temi di grande attualità, come l’impiego della tecnologia nella violazione dei diritti umani, il ruolo delle agenzie internazionali (Frontex in primis), la cancellazione del diritto d’asilo, i respingimenti alle frontiere esterne europee e le riammissioni ai confini interni.
“Si tratta ancora oggi di prassi illegittime e sistematiche che l’Unione Europea vorrebbe far diventare la ‘nuova normalità’ – scrivono gli organizzatori dell’evento – Conoscere e raccontare le pratiche di resistenza rappresenta il primo passo per contrastare questa eclissi. Desideriamo mantenere viva l’attenzione su queste problematiche che riguardano tanti nostri fratelli in cerca di migliori condizioni di vita. Le guerre in corso e quelle incombenti rischiano di mettere in secondo piano il dramma di milioni di migranti”.