“È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. Le parole di Paolo che abbiamo appena ascoltato narrano il venire e l’apparire di Dio, che -continua Paolo- “porta salvezza a tutti gli uomini”.

È per accogliere, con cuore grato e gioioso, questa grazia che siamo qui, in questa Notte Santa. Non per abitudine, non per cultura, non per un consumismo religioso o mondano! Credo sia importante ricordarcelo, perché -in questo cambiamento d’epoca ancora segnato dalla pandemia- rischiamo di smarrire il senso cristiano del Natale! Troppe luci, troppi regali, troppo rumore; la grazia che è apparsa ci insegna invece a “vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà”. E’ questa la differenza cristiana!

Perchè è questa grazia “che porta salvezza”. Non ci salviamo da soli, per le nostre buone opere o le nostre prestazioni religiose. Ecco il dono che riceviamo a Natale, più importante di quelli che abbiamo fatto nei giorni scorsi: “scopriamo con stupore che il Signore è tutta la gratuità possibile, tutta la tenerezza possibile. La sua gloria non ci abbaglia, la sua tenerezza non ci spaventa. Nasce povero di tutto, per conquistarci con la ricchezza del suo amore” (Papa Francesco).

E questa salvezza si è fatta volto, in Gesù, il Salvatore: “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Siamo qui, in questa notte, per imparare dai pastori, gente di strada e poco praticante, a riconoscerlo e ad adorarlo.