Incontro Universitari 13 -5 – 2018
sintesi incontro Vescovo 4-5-2018
MARIA LA VITA IN PREGHIERA
Il titolo di tutti questi incontri è stato: Camminiamo nella Fede e spero con il cuore che questo si sia avverato. Ci hanno accompagnato tante figure e oggi ci accompagna Maria, ma non per obbligo o per convenzione ma proprio per scelta e necessità.Come testi abbiamo scelto i vangeli per lasciarci zittire dalla Parola, lascarci zittire da Maria.
Maria è una giovane donna diventata adulta, anche nella fede. Come dice la Lumen gentium al n. 58: “anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede”.
La Sua è una Fede in cammino. Lei stessa non deve essere guardata in modo statico, come una fotografia, ma in modo dinamico, come un film. C’è oggi la tendenza a riassumere il proprio vissuto con una manciata di immagini. Vi diffido dal farlo: non racchiudete la vostra vita in poche foto, piuttosto pensatela e vivetela come un FILM.
Mediamo su quattro passi che ci parlano di Maria e in ciascuno di essi troveremo una dimensione della preghiera sulla quale ci soffermeremo.
Lectio
Lc1, 26-38
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.
In questo primo tratto di strada viene messa in luce una debolezza, una piccolezza di Maria che però si affida.
Ella è consapevole della propria debolezza (ella fu molto turbata…come avverrà questo…), ma il travaglio nel dialogo con l’angelo alla fine si compone con un sì: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola
Questa pagina ha una sua complessità teologica. Proviamo a dividere i passaggi:
- Nazareth: l’annuncio a avviene in casa, nella ferialità e nella quotidianità, perché Dio non ci viene incontro in momenti magici o straordinari, ma nella quotidianità.
Così è stato per Maria e per gli apostoli chiamati fra le loro reti da pesca.
In questa familiarità domestica accade una Parola che ci sorprende, e ci rovescia la vita, perchè Dio agisce così.
Come dice Alda Merini: la fede è una mano che ti prende le viscere, la fede è una mano che ti fa partorire (Mistica d’amore, pp. 89-90).
E’ una cosa Nuova!
- In greco “piena di grazia” è “kekaritomene” (κεχαριτωμένη = “piena di grazia”) ma in realtà si può tradurre come trasfigurata, ricreata dalla Grazia!
E’ la rinascita di questa donna, come se fosse stata nuovamente creata. Quando Dio viene nella nostra vita, nella nostra quotidianità ci trasfigura con la Sua Grazia, ci rinnova. La vita non è ripetizione dell’identico…
(Gregorio di Nissa “La vita eterna sarà che noi andremo di cominciamento in cominciamento)
E da lì l’impossibile diventa possibile. Non chiudete le porte all’impossibile!
C’è un sogno di Dio nel cuore che ti può aprire all’impensabile.
In questo primo brano troviamo LA PREGHIERA COME ABBANDONO E AFFIDAMENTO
Questa dimensione della preghiera ha una bellissima caratteristica: è intergenerazionale e interculturale.
Lc 2, 1-19
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:”Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
La scena si sposta a Betlemme
Questo secondo bozzetto è il compimento inatteso della Promessa di Dio.
Si possono immaginare i nove mesi di Maria come un tempo di silenzio e di preghiera. Come ogni madre sa.
Questo compimento è inatteso perché è certamente diverso da come Maria lo poteva immaginare. Ha degli aspetti peculiari:
- È nel segno della povertà e dell’oscurità (fuori della città, avvolto in fasce, posto in una mangiatoia: sono profezia della morte in croce e della sepoltura)
- E’ un compimento circondato da presenze: Angeli e pastori, i messaggeri di Dio e quelli che non potevano etrare nel tempi, come a dire che lì c’è il più alto dei cieli ed il più basso della terra.
- Il silenzio. Il silenzio di Maria. Il silenzio necessario per rielaborare il senso dell’accaduto. E interiorizzarlo.
Quante cose accadono nelle nostre vite ma restano fuori dalla nostra vita. Come acqua che scorre e non si ferma. Il silenzio è necessario anche per noi, per poter leggere quello che ci accade..
In questo brano troviamo LA PREGHIERA COME CUSTODIA E RENDIMENTO DI GRAZIE. La preghiera è più raccolta, più intima. Il custodire ci rende capaci di rendere grazie per ciò che ci accade.
Gv 2, 1-11
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”.
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Le nozze di Cana, cambia molto la scena. Sono passati 30 anni, Maria è una donna matura. E dimostra il coraggio di una madre: Fate quello che Lui vi dice!
Queste nozze sono un anticipo ed una profezia della Pasqua.
In questo brano troviamo LA PREGHIERA COME INTERCESSIONE
Come disse il cardinal Martini: “la Preghiera di Intercessione è la cosa più importante che accade nel mondo”.
Guardando a Maria, possiamo riconoscere tre passaggi in questa dimensione della preghiera:
- Vedere la mancanza: la mancanza del vino. La Chiesa è madre quando ha il coraggio di dare un nome alla mancanza
- Intercedere, mettendosi in mezzo, facendo un passo avanti. Si intercede perché la cosa venga fatta.
- Indicare l’essenziale della Parola: fate quello che vi dirà. È una Parola da fare, non solo da ascoltare.
Gv 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Siamo a Gerusalemme:
Qui rimane solo una dimensione, quella del Volto: Siamo invitati a volgere lo sguardo al Signore crocifisso e trafitto. Maria e Giovanni guardano al Signore e sono guardati dal crocifisso.
In questo brano troviamo LA PREGHIERA COME CONTEMPLAZIONE
Nella preghiera di contemplazione noi guardiamo l’invisibile.
Sulla Croce è nascosta la divinità di Gesù ma nell’Eucarestia è nascosta anche la Sua umanità.
Maria contempla il Figlio. Noi contempliamo il Pane.
Nel vangelo di Giovanni il discepolo amato non ha nome, perché ciascuno di noi è chiamato ad essere il discepolo amato. A ciascuno di noi viene consegnata Maria
Per ciascuno di noi il cammino si deve compiere… nel silenzio davanti al mistero.