Monassao, Repubblica Centrafricana. Da qualche settimana la nostra missione sta lavorando ad una sorgente d’acqua per fare in modo che tutti possano raggiungerla e portare l’acqua nelle case e lavare i vestiti e loro stessi. È significativa in quanto circa 50 anni fa il primo missionario francese giunto qui decise di fondare un nuovo villaggio e una nuova comunità Bayaka proprio per la presenza dell’acqua. Le intemperie e gli anni hanno reso inagibile il luogo in cui si trova questa sorgente, intorno alla quale si sono resi necessari dei lavori per ricreare le condizioni per il suo utilizzo.

Grazie ad un benefattore alcuni operai vi stanno lavorando: preparano la strada per raggiungere la sorgente (vi sono 2-3 tratti di alcuni metri di ripida salita dov’è necessario fare degli scalini con pietre e cemento) e incanalano l’acqua che proviene da due punti differenti in un unico tubo per mettere in sicurezza il luogo ed evitare che il vento, le piogge ed eventuali cadute di alberi o piccole frane rendano vano il lavoro. È inutile ricordare l’importanza dell’acqua: grazie a Dio in Centrafrica ce n’è in abbondanza (almeno nella nostra regione dove piove molto) ma occorre cercarla, scavare, fare pozzi e utilizzare pompe per poterla raggiungere.

Nessuno ha l’acqua in casa, nessuno ha il bagno o la cucina. Nel nostro villaggio di Monassao sono presenti diverse pompe a pedale: una si trova nella nostra missione e dalle 6:30 alle 18:30 numerose persone sono costantemente in fila per riempire i loro bidoni e catini. Sono soprattutto bambini e bambine, ragazze e donne che caricano i recipienti sulla loro testa e partono verso casa. La sorgente si trova a 5 minuti dalla missione. Ogni volta mi colpiscono queste donne che portano sulla testa circa 25 litri d’acqua per centinaia di metri o più, così come caricano la legna per cucinare, con un equilibrio che dimostra un’abitudine creatasi fin dai primi anni della loro vita: ogni bicchiere d’acqua che giunge a casa è il frutto di una bella fatica e tanto sudore.

Ogni volta che aprirete i vostri rubinetti in casa vi invito a ricordare queste donne in cammino con l’acqua sulle loro teste, alla loro attenzione nell’utilizzarne ogni singolo litro, ogni goccia, dono di Dio raccolto con fatica alla sorgente. È bello che in lingua sango “pioggia” si dica “ngûnzapa” (“acqua di Dio”). La prossima settimana avremo i battesimi e le prime comunioni e abbiamo deciso di scendere con tutta la comunità alla fonte per benedirla insieme a coloro che hanno celebrato il battesimo.