Nella smorfia napoletana il numero 90 è associato alla paura ma non è questo il caso. La XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, la terza nella Penisola Iberica, lascerà nella memoria dei novanta adolescenti e ragazzi della diocesi di Savona-Noli che vi hanno partecipato un mix di tanti indelebili ricordi ed emozioni oltremodo positivi, non certo di paura. Con il responsabile del Servizio per la Pastorale Giovanile don Andrea Camoirano ripercorriamo l'”itinerario” dei nostri pellegrini nella nazione che, secondo il cardinale e teologo José Tolentino Calaça de Mendonça, è il “ritratto dell’esperienza cristiana”.
In generale com’è andata?
“I ragazzi erano assai motivati già prima della partenza. Per noi organizzatori il fatto di aver registrato il doppio delle iscrizioni rispetto all’ultima Gmg è stato una ‘conquista’. Il cammino di preparazione che ha coinvolto più di cento giovani ha dato i suoi frutti anche sul piano della partecipazione vera e propria”.
Com’è stato il viaggio?
“Lungo e faticoso ma i ragazzi l’hanno vissuto ‘con filosofia’. Ringraziamo Coop Liguria e le altre cooperative che ci hanno sostenuto economicamente per le spese del trasporto e l’acquisto del cibo consumato durante il tragitto e del materiale usato”.
Quale impatto ha avuto su di loro l’arrivo a Lisbona?
“Sono rimasti sorpresi dalla massa di persone al punto da chiedersi se fossero tutte lì per le giuste ragioni, un interrogativo che poi hanno rivolto a se stessi durante le iniziative di preghiera e riflessione. I primi tre giorni di catechesi noi italiani abbiamo soggiornato ad Algueirão-Mem Martins, una ‘freguesia’, letteralmente ‘parrocchia’, della municipalità di Sintra, nel distretto di Lisbona. Ringraziamo di cuore i residenti, i quali si sono prodigati tantissimo per la nostra ospitalità”.
La “macchina” portoghese è stata all’altezza?
“È stata molto buona, disguidi e ritardi ci sono stati ma è comprensibile. La capitale conta 500mila abitanti, noi eravamo 1 milione 600mila e non è abituata a grossi numeri: è ‘esplosa’ ma ha retto perfettamente”.
Quali i momenti più apprezzati dai ragazzi?
“A livello personale le catechesi, perché le hanno svolte in piccoli gruppi e insieme a coetanei di altre diocesi italiane. Il coinvolgimento emotivo più alto l’hanno prodotto i grandi momenti, uno su tutti la veglia, che li ha ‘folgorati'”.
I luoghi che sono piaciuti maggiormente?
“Il primo giorno hanno compiuto il ‘giro di rito’ visitando in particolare Praça do Comércio e la torre di São Vicente, o più comunemente ‘di Belém’. Tuttavia dal 2 agosto hanno partecipato agli eventi e non hanno più occasioni per vedere la città”.
In che maniera hanno commentato l’incontro con papa Francesco?
“L’hanno visto da lontano ma è stato coinvolgente, le sue parole nella veglia sono stati toccanti, soprattutto per chi era alla prima volta. In generale nessuno ha detto di essersi sentito estraneo alla Gmg, anche i meno avvezzi al catechismo o alle attività pastorali ne sono rimasti colpiti. Del resto non puoi non avvertire che dentro’ si muove qualcosa’ più grande di te”.
Qualcuno si è già “prenotato” per la prossima Giornata a Seul?
“Scherzosamente alcuni hanno detto di dover iniziare a finanziarsi il viaggio! Quando la Gmg viene organizzata fuori dall’Europa la rappresentanza italiana è sempre molto più ristretta per via dei costi più ingenti: in Portogallo eravamo 60mila, in Corea del Sud probabilmente arriveremo ad un migliaio”.