Sabato 8 maggio dalle 9 alle 12 nel Seminario vescovile di Savona, in via Ponzone 5, si svolgerà un’inedita iniziativa proposta dall’Ufficio liturgico diocesano, dal titolo “I giovani e la liturgia. La musica come incontro di grazia”.
Dopo l’introduzione di don Franco Gazzera, direttore dell’Ufficio liturgico, e una preghiera iniziale, interverrà don Michele Falabretti, direttore dell’Ufficio nazionale di Pastorale giovanile. Quindi un intermezzo musicale con il maestro Gianluca Viglizzo al basso continuo e la voce del tenore Mattia Pelosi: saranno proposti i brani “Jubilet tota civitas” e “Cantabo Domino” rispettivamente di Claudio Monteverdi e Alessandro Grandi, compositori del primo Barocco.
Seguirà l’intervento di Giovanni Mareggini, concertista, docente di Flauto presso l’Issm Peri di Reggio Emilia, direttore dell’Istituto diocesano di musica e liturgia della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. In ultimo le conclusioni e il saluto finale del vescovo Calogero Marino. Durante la mattinata ci sarà inoltre la presentazione del video della canzone vincitrice del concorso per il Sinodo Diocesano.
In presenza potranno partecipare fino a 40 persone con prenotazione obbligatoria (contattare Adele Sanna 340.2399597) ma l’incontro sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube della Diocesi Savona-Noli.
“Oggi è impellente cercare di sensibilizzare tutti a recuperare il senso del rito – spiega padre Franco Gazzera, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e priore dell’abbazia di santa Maria di Finalpia – quella che proponiamo è un’iniziativa che vede in particolare i giovani al centro perché essi sanno metterci l’energia, l’entusiasmo e la possibilità di un progetto a lunga scadenza. Naturalmente tutti siamo coinvolti, perché non si può prescindere dalla memoria ‘storica’ dei gesti e degli atti che il tempo ha codificato nel rito”.
“La musica sarà la chiave per unire il presente con il passato, i giovani con gli anziani, la vita concreta con la liturgia – prosegue – uno dei canali privilegiati saranno i social, come piattaforma dibattimentale senza che essa scardini la vera e unica ‘piattaforma’ concreta ovvero la chiesa e l’altare, con i quali si riassume tutta la liturgia religiosa”.