Savona. Domenica scorsa nel Seminario Vescovile si è aperta ufficialmente l’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Vera Grita (1923 – 1969), laica, salesiana cooperatrice, insegnante di scuola elementare e “portavoce” dell’Opera dei Tabernacoli Viventi. Alla giornata hanno partecipato in presenza e online diverse persone appartenenti ai gruppi dei Tabernacoli Viventi e alla Famiglia Salesiana, in particolare Salesiani Cooperatori e soci dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (AdMA).
Nella mattinata Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha presentato l’itinerario con cui la Chiesa traccia il processo di beatificazione nelle sue varie fasi e dinamiche. In particolare ha sottolineato come la vicenda di Vera Grita “ci chiami ad entrare in sintonia profonda con una testimonianza di piccolezza visitata e abitata, amata e preziosa, senza lasciarci trarre in inganno dalla discrezione con cui Vera seppe celare molto di sé, perché imparava a diventare santa prima davanti allo sguardo di Dio che a quello degli uomini. La sua è stata una risposta straordinaria, bella, ricca e convincente a condizioni ordinarie di vita”.
Maria Rita Scrimieri, coordinatrice del Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi, ha messo in confronto alcuni passaggi vissuti da san Francesco di Sales nella sua esperienza mistica e quelli di Vera Grita: persone toccate dalla grazia e chiamate ad una missione speciale nella Chiesa. A mezzogiorno il vescovo Calogero Marino ha presieduto la Santa Messa nella Domenica delle Palme. Nel pomeriggio si è svolta la sessione di apertura dell’inchiesta diocesana, presieduta dallo stesso monsignor Marino. Hanno prestato il loro giuramento i membri del Tribunale: il delegato episcopale monsignor Vittorio Lupi, il promotore di giustizia don Abraham Kavalakatt e il notaio Barbara Rosa Clot. Dopo di essi ha prestato giuramento il postulatore don Pierluigi Cameroni SDB.
“Oggi è il giorno della Passione di Gesù, è l’inizio della grande Settimana e Vera Grita ha fatto esperienza della passione nella sua carne e nella sua vita – ha affermato il vescovo Marino nel suo intervento – Questa dimensione pasquale della vicenda personale di Vera Grita diventa un segno anche per la nostra Chiesa. È stata un’educatrice, una maestra, e Dio sa quanto bisogno c’è oggi di educatori capaci di accompagnare i piccoli e i ragazzi a maturità, anche nell’incontro con il Signore. L’Eucarestia è stata il fuoco, il fulcro, il cuore dell’esperienza di Vera e davvero anche la Chiesa di Savona, che sta celebrano il Sinodo, riscopra la fraternità eucaristica come cuore pulsante della vita cristiana. C’è un libro intitolato ‘Qualcuno a cui guardare’. Certo, qualcuno a cui guardare è Gesù ma qualcuno a cui guardare sono i santi. Spero che tanti possano a guardare a Vera come segno concreto, visibile, praticabile del discepolato evangelico di oggi”.
Antonio Boccia, coordinatore mondiale dei Salesiani Cooperatori, ha manifestato la gioia e l’emozione per questa nuova causa di una salesiana cooperatrice, entrata a far parte dell’associazione il 24 ottobre 1967: “Il cuore e la vita di Vera era l’Eucarestia che viveva quotidianamente. L’Eucarestia era tutto per lei. Come Gesù aveva donato la sua vita per amore, anche lei donava la sua vita per quelli che incontrava nel suo lavoro con il sorriso, la delicatezza e la gentilezza, tanto da destare stupore e ammirazione nelle colleghe della scuola. Aveva un’attenzione particolare per gli alunni meno dotati o che soffrivano per le loro situazioni famigliari. Lo Spirito Santo ha continuato a far respirare il carisma salesiano attraverso la sua vita”.